Alzano Maggiore

Alzano Maggiore

Notizie storiche

Il cessato Comune di Alzano Maggiore fu attivo dal periodo tardo medievale, certamente dal 1331 al 6 giugno 1927, quando si unì con il Comune di Alzano Sopra e formò il nuovo Comune di Alzano Lombardo.

Assunse lungo i secoli diverse denominazioni. Nei secoli XII-XIV era chiamato Alzano Inferiore e nel 1596 il capitano di Bergamo Giovanni Da Lezze nella sua relazione al Senato di Venezia menzionò Alzano Maggiore con il nome di Alzano di Sotto. Nella medesima relazione Da Lezze scrisse che Alzano contava 1.084 abitanti, raccolti in 225 fuochi, aveva un’entrata di 100 lire annue dovute alla rendita della produzione di castagne dei boschi comunali, godeva dei privilegi concessi da Venezia alla Valle Seriana Inferiore ed incantava in proprio i dazi su vino, carne e pane per circa 200 lire annue. Ne elencò le contrade: Alzano, Tresca, Brumano, Botta, Crompoi e La ca’.

Secondo l’anagrafe veneta, un’opera a stampa dell’anno 1776, Alzano Maggiore contava 1.665 abitanti, Alzano Sopra 312, Nese 758, Olera 225, Monte di Nese 256, Brumano e Burro risultavano contrade di Alzano Maggiore, mentre Monte di Nese era un “Comune della Valle Seriana Inferiore in parte, e in parte di Poscante”.

Con l’avvento dell’età napoleonica fu instaurato un nuovo assetto amministrativo. Alzano Maggiore divenne capoluogo del Cantone di Alzano dal 17 aprile 1797 al 6 marzo 1798. Nelle sue Osservazioni sul Dipartimento del Serio, Maironi da Ponte annotò che “non essendo ancora definitivamente stabilita la distrettuazione del Dipartimento… non è possibile dar altra indicazione alle Comuni che quella della loro fisica posizione”, ed indicò in Valle Seriana i paesi di Alzano Maggiore, Alzano Sopra, Monte di Nese e Nese ed in Valle Brembana quello di Olera.

Dal 6 marzo al 26 settembre 1798 il Comune di Alzano Maggiore fu capoluogo del III Distretto.

Dal 26 settembre 1798 al 13 maggio 1801 per effetto di legge Alzano Maggiore fu capoluogo del XII distretto, detto della Nesa. Divenne Comune del Distretto I di Bergamo dal 13 maggio 1801 al 27 giugno 1804. Con decreto del 27 giugno 1804 fece parte del IX Distretto della Nesa e dall’8 giugno 1805 fu nominato capoluogo del Cantone VI della Nesa. Con decreto del 31 marzo 1809 Alzano Maggiore, capoluogo del Cantone VI del Distretto I di Bergamo, aggregò i Comuni di Alzano Sopra e Nese dal 1 gennaio 1810 al 12 febbraio 1816. In questo periodo la denominazione fu quella di “Comune di Alzano Maggiore e Uniti”.

Dal 12 febbraio 1816 al 23 giugno 1853 Alzano Maggiore divenne capoluogo del VI distretto della provincia di Bergamo, fu sede dapprima del Cancelliere del Censo e poi del Commissario Distrettuale, con i Comuni di Alzano di Sotto (Alzano Maggiore), Alzano di Sopra, Nese, Desenzano con Comenduno, Albino con Fiobbio e Casale, Aviatico e Ama con Amora e Ganda, Pradalunga con Cornale, Selvino, Vall’Alta, Nembro con Lonno, Bondo con Bruseto e Petello. Nel 1816 il Cancelliere del Censo, Rasnesi, che partecipò e redasse i verbali dei Convocati comunali e li trasmise alla Regia Delegazione Provinciale per l’approvazione (Archivio di Stato di Bergamo, Imperial regia delegazione, cart. 47), notificò ai Comuni i sigilli (timbri) da usarsi negli uffici comunali e nella Cancelleria Censuaria. Alzano Maggiore aveva il sigillo in ottone, con l’impronta in ceralacca, circolare e a doppio cerchio con all’interno il giglio di Francia e lambello, e tra il primo ed il secondo cerchio la legenda: Comune di Alzano Maggiore.

Dal 23 ottobre 1859, a seguito del decreto di Vittorio Emanuele per il nuovo ordinamento comunale e provinciale, Alzano Maggiore fu capoluogo dell’VIII Mandamento del Circondario di Bergamo.

Con R.D. del 4 maggio 1898 n.164 del Testo Unico della legge comunale e provinciale, furono ridotti i mandamenti del Circondario di Bergamo ed Alzano Maggiore, come Alzano di Sopra e Nese, divenne Comune del secondo Mandamento di Bergamo.

Al censimento del 1881 contava 2.544 abitanti. Con la legge del 31 marzo 1890 il governo italiano dispose la riduzione delle Preture mandamentali allo scopo di rendere più spedita e meno costosa l’amministrazione della giustizia. Il provvedimento stabiliva la soppressione di circa un terzo delle Preture esistenti, tenendo presente la quantità degli affari trattati, il movimento e l’aumento della popolazione, le condizioni economiche e morali, l’estensione territoriale e la posizione topografica. Fu abolita anche la Pretura mandamentale di Alzano Maggiore, che aveva giurisdizione sui Comuni di Alzano Sopra, Nese, Albino, Aviatico, Bondo Petello, Desenzano, Pradalunga, Selvino e Vall’Alta e che negli ultimi anni di attività aveva trattato una media di 25-30 pratiche penali e di 95-115 civili.

Il Comune cessò per effetto del decreto del 28 aprile 1927 e costituì con Alzano Sopra il nuovo Comune di Alzano Lombardo.

Gli organi di governo

Nel 1596 il Comune era retto da due consoli, quattro sindaci e sedici consiglieri, tutti eletti annualmente, vi era un notaio ed inoltre un canevaro la cui carica era attribuita con incanto e di cui rendeva conto ai sindaci e ai consiglieri.

Con la revisione degli ordini statutari del 1658 fu stabilito l’obbligo di eleggere un tesoriere della Chiesa di S. Martino. Nel periodo di dominazione veneta era evidente la molteplicità delle istituzioni e degli uffici comunali. Secondo la regolazione Gradenigo dell’anno 1658, si eleggevano quattro sindaci per la Fabbrica di S. Martino e per quella di S. Pietro, per la Misericordia e per il Comune; si nominavano sedici Consiglieri che formavano l’Arengo; quattro Consoli che amministravano il Comune, un Anziano che rappresentava il Comune nel Consiglio di Valle Seriana Inferiore, quattro notai comunali, quattro fattori o contabili comunali, due campari, dodici estimatori per la revisione degli estimi, un tesoriere ed un cancelliere della Chiesa di S. Martino; ogni dieci anni si eleggevano quattro calcatori per le verifiche “catastali” del territorio che erano la base per la determinazione dell’estimo e dell’imposizione fiscale; e “pro tempore” erano nominate 85 persone per altre cariche pubbliche nella pubblica assistenza e sanità, nella Valle Seriana Inferiore, nelle Congregazioni e nelle Confraternite.

L’istituzione del protocollo, avvenuto con la Repubblica Italiana, riorganizzò gli archivi con le pratiche raccolte in camicie prestampate, in cui gli impiegati comunali collocavano gli atti, dopo aver registrato sulla camicia il titolo della materia, la data, il numero di protocollo e l’oggetto trattato.

Con il regolamento del 27 marzo 1806 nei Comuni fu impiantato lo stato civile e le registrazioni di nascita, morte e matrimonio. Alzano Maggiore era sede del Commissario del Censo, le cui funzioni erano state regolate da vari decreti. L’art. 1 del decreto del Viceré d’Italia, Eugenio Napoleone, del 29 giugno 1809, attribuì al Cancelliere del Censo le funzioni amministrative, il controllo sugli atti dei Comuni, sulle mappe e sui catasti. L’art.2 gli assegnò anche la qualità di Segretario e di Cancelliere dei Comuni e l’art. 3 quella di formare i ruoli della tassa personale e dei contributi a carico delle professioni, arti e commercio. L’art. 5 stabilì che ci doveva essere un Cancelliere del Censo per ogni Cantone, con sede nel Comune capoluogo che per il VI Cantone era Alzano Maggiore, con “un locale per l’archivio ed uno per l’ufficio vero e proprio”. Il Commissario Distrettuale sostituì il Cancelliere del Censo nel 1819. La riforma amministrativa del nuovo stato, il Regno d’Italia sotto la dinastia dei Savoia, dopo i primi indirizzi del 1859, fu attuata con le leggi del 1862 e 1865. Il Mandamento di Alzano Maggiore era costituito da 11 Comuni, contava più di 14.000 abitanti ed esprimeva un Consigliere Provinciale. Al Mandamento faceva capo la dislocazione della Guardia Nazionale con due battaglioni per il Mandamento di Alzano Maggiore, di cui uno ad Alzano Maggiore comprendente anche i Comuni di Alzano Sopra, di Nese e di Nembro.

Il T. U. della legge comunale e provinciale emanato con il R.D. del 4 maggio 1898 n. 164 stabilì che i Comuni da 3 a 10.000 abitanti avessero un Consiglio Comunale di 20 membri; che il Consiglio si riunisse in due sessioni ordinarie annuali, quella primaverile per l’approvazione del bilancio di previsione e quella autunnale per eleggere gli organi comunali ed approvare il rendiconto economico. L’art. 12 consentiva che “più Comuni contermini, potessero con l’approvazione del Prefetto, avere un solo ufficio, un solo archivio”. Fu proprio ciò che avvenne con la fusione dei Comuni di Alzano Maggiore e Alzano Sopra nel 1927.

L’attività

Nel sec. XVI l’economia di Alzano era incentrata sullo sfruttamento idrico delle rogge e del fiume Serio, e sugli impianti per la follatura e per la produzione di panni, come appare dalla relazione di Giovanni Da Lezze del 1596 e pochi anni dopo nel 1599 da quella del capitano Renier. Dei 27 folli della Valle Seriana, 6 con le relative tintorie erano in funzione ad Alzano Sotto. Contrariamente alla gran parte degli altri Comuni l’agricoltura occupava poche persone e produceva prodotti sufficienti al fabbisogno del paese per un solo mese all’anno. Ciò favorì l’espansione mercantile sviluppando una naturale propensione ad esportare manufatti ed importare prodotti agricoli. Il Comune riscuoteva le imposte su 3.310 pertiche mentre sulle rimanenti 520 le imposte erano pagate alla città di Bergamo.

Si commerciavano panni e biave con Milano ed i più ricchi possedevano beni anche fuori di Alzano. Alcuni trafficavano ed abitavano a Venezia ed a Napoli. Erano azionati dall’acqua delle rogge 19 mulini, 6 folli da panni, 6 argani. Vi erano le chiese di S. Martino, di S. Pietro e di Santa Maria della Pace dei frati Zoccolanti. Le chiese di S. Martino e di S. Pietro esistevano già nel secolo XIV.

La Parrocchia di S. Martino si costituì l’8 dicembre 1457, staccandosi da quella di S. Martino di Nembro.

Dopo la peste si susseguirono vari provvedimenti per sostenere l’aumento demografico, proibendo ai residenti di lasciare il paese ed incentivando i forestieri, ai quali era stata proposta una straordinaria esenzione decennale della tassa personale.

Nel 1820 ad Alzano Maggiore, che contava 2.120 abitanti, si coltivavano biade, gelsi, vite e boschi. Vi erano varie filande, tredici torcitoi, due folli da panni, due cotonifici, una tintoria, una conceria di pelli e quattro cartiere.

Maironi da Ponte sosteneva che per la presenza di famiglie facoltose e per le attività commerciali e produttive ad Alzano Maggiore “meglio converrebbe il titolo di città”. A quell’epoca erano stati da poco dismessi il convento dei Francescani con la chiesa di S. Annunciata ed il monastero delle Terziarie francescane. Era rimasto attivo il monastero delle Salesiane con l’annesso convitto per le giovani e assai stimato dalle famiglie nobili. Dopo una particolareggiata descrizione delle opere d’arte della basilica di S. Martino, ancora il Maironi rilevava che nella vicina chiesa di S. Michele vi era la Congregazione di Carità, ben fornita di capitali. Alzano Maggiore era composto dalle contrade di S. Pietro, ai Mulini, alle Viti ed ai morti di Piazzolo.

Dopo le riforme amministrative del primo ottocento il Comune divenne sempre più una struttura amministrativa di riferimento per tutti i più importanti problemi della popolazione e del territorio comunale. Nella cartella 5 dell’archivio sono conservate le cause e le controversie con antecedenti dal 1803, ed in particolare quella con la Fabbriceria Parrocchiale ed il Parroco per l’uso e la manutenzione della “campana grossa” e dell’orologio del campanile della chiesa, negli anni 1901-1902. Nella controversia il Comune di Alzano Maggiore, ricordando che da tempo immemorabile la campana e l’orologio comunali erano di uso promiscuo, propose che vi fosse una sola persona, il campanaro, a custodire la chiave di accesso al campanile, e che il Comune continuasse ad usufruire della campana e dell’orologio per i servizi pubblici secondo la consuetudine.

Qualche anno dopo, nel 1904-1905, era registrata la controversia con Bonifacio Donadoni per la posa dei fili elettrici necessari all’impianto comunale di pubblica illuminazione e la causa con il Comune di Nese per il riparto della tassa sulle automobili erroneamente attribuito dall’Ufficio Registro. Nese infatti richiedeva le somme di sua competenza per le automobili dei proprietari che risiedevano in Nese, come Pier Antonio e Daniele Pesenti, Giacomo Pezzotta, Mario Franzi, Giuseppina Pigna-Franzi.

Nella cartella 47 sono da segnalare i sussidi alle famiglie dei militari, dei caduti e dei dispersi della grande guerra 1915-1918, ricchi di dati sociali e famigliari, di corrispondenza con gli enti assistenziali ed in alcuni casi con i prigionieri di guerra. Nella cartella 48 sono conservati i disegni ottocenteschi per le scuole elementari. Tra gli atti della categoria dei lavori pubblici, la X, le strade occupano una consistenza considerevole risultando uno dei motivi più importanti dell’aggregazione dei Comuni di Alzano Maggiore ed Alzano Sopra. Nella cartella 49 vi è l’allargamento della via provinciale tra Alzano Maggiore ed Alzano Sopra, 1872-1902; nella cartella 50 la costruzione della circonvallazione della via provinciale per collegare dall’esterno dell’allora centro abitato Alzano Maggiore e Alzano Sopra, atti 1921-1925. Già dal secolo scorso la presenza di un’imprenditoria illuminata promosse, con l’intervento comunale attraverso concessioni e precari, la trasformazione di aree sulla sponda del fiume Serio da incolte e spesso alluvionate ad un uso sociale. Iniziò il periodo di una sempre maggiore attenzione a queste aree destinate alla qualificazione urbanistica, al verde pubblico ed agli impianti sportivi, e non più solo allo sviluppo produttivo per le manifatture cartarie e cementifere o alla difesa dalle intemperanze alluvionali del fiume Serio. Queste aree poste tra l’abitato e gli argini del fiume Serio erano anche oggetto di notevoli lavori di risanamento e manutenzione degli argini del fiume e di costruzione dell’allora nuovo ponte sul fiume per collegare con una via moderna e veloce Alzano Maggiore a Villa di Serio. Per tale importante opera edilizia si sviluppò una lunga vertenza (1898-1916) tra i lavoratori dipendenti e la ditta appaltatrice dei lavori, poi composta con l’intervento del Comune e della Camera del Lavoro di Bergamo. La Società Alzanese di Elettricità diede un notevole impulso alla diffusione della forza motrice elettrica per uso industriale, civile e pubblico ad Alzano e nel territorio della Valle Seriana. Importante fu l’attività per il servizio idrico degli acquedotti, delle sorgenti e dei lavatoi, regolata dallo statuto degli utenti acqua e mulino; e gli atti delle rogge e gli argini fiume Serio a testimonianza della notevole dinamicità della società alzanese per lo sfruttamento dell’acqua come forza motrice degli opifici e delle manifatture, quando venne a scemare l’importanza dei molini e dei lavatoi. Altro fattore di sviluppo economico e sociale associato alla viabilità ed ai trasporti, fu l’evoluzione del trasporto su binario, ferrovia e tramvia. Gli amministratori comunali di Alzano Maggiore furono tra i promotori e più convinti sostenitori della ferrovia nel 1883 e della tramvia nel 1908. Per la ferrovia si mossero con determinazione gli imprenditori della Valle Seriana, sostenendo con una petizione al Ministro dei Lavori Pubblici la realizzazione di un servizio cumulativo ferroviario tra le ferrovie della Rete Adriatica, esercente la linea nazionale che arrivava a Bergamo, e la ferrovia della Valle Seriana, “una fra le più industri vallate del Regno”. Tra i primi firmatari figuravano gli imprenditori Alzanesi, le ditte di calce-cementi e cartiere Fratelli Pesenti fu Antonio, le cartiere Paolo Pigna, la manifattura Carlo Pavoni, il setificio Franzi-Sonzogni e la Società Alzanese di Elettricità. Alzano Maggiore su iniziativa di Cesare Pesenti fu promotore della linea tranviaria Bergamo-Albino divenendo sede del Consorzio tra i Comuni di Alzano Sopra, Nembro, Albino, Torre Boldone e la Provincia di Bergamo. Alzano Maggiore per ottenere le autorizzazioni ministeriali spronò l’intervento decisivo degli onorevoli conti Gianforte Suardi e Gualtiero Danieli.

Da segnalare inoltre per indagini didattiche e sociali i registri anagrafici e di popolazione dal 1866, i registri catastali del 1870 contenenti i mappali, la descrizione, le misure ed i dati censuari di terreni e fabbricati. Lo sviluppo abitativo ed urbanistico, dal caratteristico gusto estetico nelle residenze delle facoltose famiglie locali, prese l’avvio dall’espansione mercantile e industriale di Alzano nei secoli XVII e XVIII. Gli edifici signorili riproposero l’architettura e lo sfarzo delle più note residenze nobiliari della città di Bergamo: il palazzo Barzizza poi Donadoni del sec. XVII, il palazzo Berlendis poi Pelandi del sec. XVI, il palazzo Mosca-Muttoni del sec. XVII, il palazzo Gritti-Morlacchi del sec. XVII ed il palazzo Peliccioli del Portone oggi sede municipale. Non fu casuale che nel 1876 la sede municipale fu trasferita al Palazzo Pelliccioli del Portone, in una zona decentrata dal centro (l’area urbana attorno alla basilica di S. Martino) sino allora unico cuore civico e urbanistico del paese. Nel 1907 si eresse il cimitero nel Comune di Nese mentre l’antica collocazione in contrada dei Morti fu sostituita dagli edifici delle opere Parrocchiali. Le esigenze di viabilità e di spazi civici, a partire dalla piazza della basilica e lungo l’originaria via provinciale che tagliava il centro storico verso Alzano Sopra, portarono a modifiche dell’assetto viario ed urbanistico. Nel 1860 si rettificò la provinciale tra Ranica ed Alzano, tracciando una linea più diretta, a sud della frazione Nesa. Tra il 1875 ed il 1977 fu tracciato il viale di collegamento tra Alzano Maggiore ed Alzano Sopra, oggi sede del mercato settimanale. Nel 1876 fu ridefinita la piazza Italia con la parziale demolizione degli edifici antistanti la basilica di S. Martino e nel 1896, ad opera dell’architetto Virginio Muzio, fu realizzata la trasformazione della facciata della basilica stessa. Dal secolo XVIII le preponderanti industrie laniere e molitorie furono sostituite da quelle seriche e cartarie già presenti nel sec. XVII, a cui si aggiunse, sul finire del secolo XIX, l’industria del cemento. L’avvento dell’imprenditoria svizzera nel settore tessile a Bergamo ed in particolare nella Valle Seriana, dove trovava le disponibilità di forza motrice idraulica e di manodopera laboriosa e di buona qualificazione, promosse e stimolò anche l’imprenditoria locale che predominò ad Alzano, trainata dall’industria cartaria e del cemento.

L’archivio

In periodo veneto l’archivio dei Comuni era solitamente conservato in un armadio o in una cassa presso il Comune chiusi a chiave. Le chiavi erano in custodia al Console, al tesoriere/caneparo o allo scrittore/notaio. Mandelli, ricostruendo le cariche comunali in antico regime, ha affermato che “Gli atti e le scritture, da loro (antenati e amministratori) diligentemente trascritti da antichi libri e documenti [sono] ormai scomparsi o in ogni caso irreperibili”, ed ha citato come scomparso l’antico libro di pelle nera con la registrazione delle deliberazioni del Consiglio Comunale dal sec. XVI.

Ad ogni elezione di organi di governo, di rappresentanti e di incarichi ad ufficiali comunali corrispondevano competenze e funzioni specifiche per la cui registrazione furono prodotte carte ed atti che andavano ad accrescere l’archivio. Con la Notificazione del 12 aprile 1816 furono dettate le istruzioni per la tenuta, la conservazione e la concentrazione degli archivi comunali presso quelli distrettuali. Il Cancelliere del Censo di Alzano Maggiore, Rasnesi, il 9 dicembre 1816, redasse una “Nota delle spese effettivamente incontrate dal Cancelliere Rasnesi in causa del trasporto de libri e carte censuarie, e delle istantanee urgenti opere fatte al locale della Cancelleria, e per il trasporto delle carte comunali all’ufficio della Cancelleria suddetta.” L’elenco delle spese sostenute per il trasporto delle carte comunali comprendeva tutti i Comuni del VI Distretto con capoluogo Alzano Maggiore. Oltre alle carte prodotte dall’ufficio del Cancelliere del Censo di Alzano Maggiore vi si trovavano anche le carte dei Comuni del distretto. L’archivio del Comune di Alzano Maggiore non era citato nell’elenco, essendo rimasto nella sede comunale, “ol Porteghèt”, sino al 1866, quando fu trasferito alla sede municipale ottocentesca presso il Palazzo dei conti Pelliccioli del Palazzo.

Nell’anno 1930 fu collocato nell’attuale sede municipale già residenza dei conti Pelliccioli del Portone. Dal 1859 in avanti l’archivio comunale fu sempre più oggetto di attenzione governativa con istruzioni e norme, in particolare con il regolamento in esecuzione della legge comunale e provinciale dell’8 giugno 1865. L’art. 21 del regolamento dettava le norme amministrative e le funzioni di responsabilità del Segretario comunale per la registrazione e la conservazione degli atti. L’art. 20 faceva divieto di asportazione delle carte e obbligava entro sei mesi alla compilazione dell’inventario da sottoporre alla vidimazione del Sindaco.
L’ordinamento degli archivi trovò la sua configurazione, ancora oggi vigente, con la circolare del Ministero dell’Interno del 1 marzo 1897 n. 27100-2 che definì lo schema delle XV categorie con cui classificare tutta l’attività dei Comuni. Le basi di questo processo erano state poste dal lungo lavoro di esperti e legislatori a partire dal fondamentale contributo della Commissione Cibrario nel 1870.

L’archivio del cessato Comune di Alzano Maggiore è stato corredato di inventario sommario nel 1950 e ordinato per categorie secondo le norme del titolario legislativo.

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