Festa di San Martino

San Martino ad Alzano

La festa di San Martino ad Alzano è una ricorrenza che risale alla metà del sec XV, quando Alzano con la sua chiesa si stacca da Nembro che era la Pieve matrice e diventa Parrocchia “Sue Juris” cioè autonoma. La Basilica attuale è un rifacimento della chiesa del 1421 – 1442 che era dedicata a S. Martino. In questo periodo Alzano Maggiore sta diventando un paese con un’economia che non è agricola come i paesi vicini ma ha delle attività artigianali e commerciali essendo una località che ha un’estensione piuttosto piccola (era inferiore a tre chilometri quadrati), diventerà in seguito il paese più importante della Valle Seriana Inferiore. La festa patronale nel periodo assume un’importanza notevole, la più visitata della plaga. Vi affluiva tantissima gente dai paesi circonvicini e non solo, addirittura da Poscante, da Zogno, dalla bassa pianura, chi a piedi, chi con i carri, chi a cavallo. Via via che passano gli anni la sagra diventa sempre più importante, durava secondo la data del calendario anche tre-quattro giorni (se cadeva in mercoledì la festa iniziava già dalla domenica precedente, se invece era al giovedì si festeggiava fino alla domenica successiva). I negozi andavano a gara ad esporre le loro mercanzie, ambulanti giungevano da tutta la provincia. Le merci esposte alla vendita erano le più disparate. Dalle granaglie, alle castagne, agli attrezzi agricoli come zappe, vanghe, tridenti, falci, vomeri per aratri, pietre coti, poi altri attrezzi in legno come rastrelli, zoccoli, gerle, sedili per la mungitura. Vi erano anche banchi con merce più frivola come torrone, caldarroste, e nespole frutto tipicamente autunnale che cresceva spontaneo nei nostri boschi. Era un appuntamento annuale in cui si scambiavano merci e non solo. Importanti erano poi le funzioni liturgiche come la Messa cantata della mattina la cosiddetta Messa Alta ed il vespro pomeridiano, nella chiesa erano esposte le reliquie dei santi fra le quali spiccava quella del Santo patrono. A quel tempo in Alzano c’erano molti sacerdoti essendo poi Alzano Maggiore divenuta sede di Vicaria e quando si entrava in chiesa al mattino si poteva assistere in contemporanea alla celebrazioni di diverse messe nei diversi altari laterali i quali erano dedicati a diversi santi e assegnati alle diverse Confraternite Religiose ( Disciplini Bianchi, del SS. Sacramento, della Buona Morte, dei Commercianti, del Santo Rosario ecc.). Però il maggior sviluppo della festa lo si ha verso prima metà dell’800” quando in Alzano ci sono tantissime filande che producevano seta greggia, erano circa una cinquantina, da quelle a conduzione familiare a quelle con anche 300/400 addetti, poi cartiere e mulini. Nel giorno di San Martino poi scadevano tutti i contratti di affitto e si istruivano i nuovi contratti, si vendevano e si comperavano terreni, siccome l’economia era prevalentemente contadina, era questo periodo che ultimato il raccolto e non si era ancora proceduto alla semina si poteva eseguire queste permute e questi cambiamenti di gestione da parte dei proprietari terrieri ed alla riscossione degli affitti delle case. (E’ da qui il detto quando uno doveva traslocare diceva che faceva “San Martino”). Questa data era più importante del 31 dicembre perché praticamente l’anno lavorativo terminava l’11 di novembre). La festa religiosa alla fine dell’800” si arricchisce ancora di più, basta ricordare i grandi Pontificali che si celebravano alla presenza di insigni prelati. Durante la Grande Messa vi erano cantori della “Scola Cantorum” di Alzano, questi ammontavano ad una settantina coadiuvati dalle scuole di canto di Bergamo tutti diretti dal celebre maestro Nini da Fano (Maestro di Cappella di S. Maria Maggiore) che con l’orchestra di fiati ed archi composta da una trentina di elementi animava le celebrazioni liturgiche della giornata oltre al suono dello stupendo organo Serassi. La chiesa era gremitissima, lasciavano aperte le porte perché la gente potesse udire la musica anche dal sagrato, d’altronde chi voleva assistere alle celebrazioni si portava sul posto con ore di anticipo. ( Al tempo se si voleva ascoltare musica l’unico posto per poterla sentire era la chiesa, o la banda del paese, non cerano LP o CD ). Quando la gente foresta voleva assistere alla festa, non diceva che si recava ad Alzano, ma andava a San Martino. Molti di forestieri che magari si fermavano anche due giorni alloggiavano alla trattoria “Tartari” situata all’angolo delle attuali vie Mazzini e via Locatelli. Vi erano poi anche osterie che preparavano il piatto del giorno, la trippa, (in dialetto la busecca) innaffiata magari da un buon fiasco di vino. Le osterie più rinomate del tempo erano: Ol Ciapì, la “Bella Venezia” (la più frequentata), l’osteria di “San Pietro” e non meno importante “Il Catenone”. Con i pochi spiccioli rimasti alla fine si comprava il torrone, ve ne erano di due tipi quello duro e quello morbido, quello duro per chi aveva buoni denti come i ragazzi, quello morbido per gli sdentati come i nonni, non mancavano le nespole, si cercavano quelle non ancora del tutto arrivate, così si mettevano a maturare nella paglia e mangiarle a poco a poco. Le feste importanti alle quali partecipava tanta gente nella zona erano tre: In primavera il 26 Aprile alla Madonna del Buon Consiglio a Villa di Serio patrona dei bachi da seta, ed in autunno, la Madonna della Gamba di Albino e San Martino in Alzano Maggiore, delle tre, la più rinomata era quella di San Martino. Anche adesso il paese l’11 novembre si ferma e continua la tradizione dei festeggiamenti ma in tono minore. Anche le merci sono cambiate, non più ad esempio gli attrezzi agricoli ma articoli di vestiario alla moda, dolciumi tipici delle regioni italiane, cianfrusaglie di diverso genere, gli unici prodotti che ricordano il tempo andato sono le nespole, il torrone e le caldarroste, che al tempo erano prodotti cosiddetti frivoli, ora sono le cose forse le più serie.
 

Author: admin